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Created with Fabric.js 1.4.5 Criticità - Persistente azione degli speculatori- Idea di proprietà privata in cui fare "ciò che si vuole"- "Cultura del mattone" (percezione di forte legame tra edilizia ed economia locale)- inclinazione al consumo di suolo residenziale (= vivere in posti tranquilli appena fuori dal "centro", ma ben serviti)- Politica del consenso che cede a richieste di privati e interessi consolidati(=si costruisce dove è elettoralmente e politicamente più conveniente)- Scarsa comprensione del valore del paesaggio da parte delle comunità Quantità del costruito + consumo di suolo Qualità architettonica di costruzioni e infrastrutture di mobilità 2 criticità emergenti Resistenze al cambiamento => mantengono le tendenze in atto Quantità del costruito - Possibilità di aggirare le leggi esistenti- Complessità nel definire regole comuni per le ristrutturazioni- Onerosità delle opere di riuso e recupero(inerzia sul piano di costi, vincoli e processi) terza criticità (correlata) Utilizzo intensivo del territorio per l'economia (agricoltura, allevamento, turismo) Quadro normativo poco chiaro e scarsamente incentivanteper le opere di riqualificazione, riuso e recupero(con scarsa efficacia della normativa esistenteper incoerenze, deroghe e furbizie amministrative) Qualità del costruito Qualità delle decisioni e qualità dei decisori:manca una visione d'insieme e mancanobuon equilibrio e sinergia tra atti politici, economici e tecnici - Autoreferenzialità delle commissioni edilizie- Resistenza all'aggiornamento culturale(visto come "perdita di tempo" che sottrae risorsead attività produttive finalizzate)- Resistenza all'interdisciplinarietà degli approcci- Sistema di distribuzione degli incarichi professionali(come mezzo di consenso politico)- Azioni di lobby dei progettisti- Prevalere dell'immobilismo- Maggiori costi per infrastrutture pensate per il contesto- Individualismo della società contemporanea- Prevalenza di interessi localistici- Resistenze culturali + organizzative- Resistenze economiche + finanziarie- Incapacità di tener conto di perdite e costilegati a effetti indesiderati di "consumo" del paesaggioe scarsa qualità Spinte al cambiamento => buona elaborazione delle criticità + Abbandono dei centri storici+ Consumo di suolo+ Prosecuzione (aggravamento?) degli usi "intensivi" del territorio+ Deformazione dei centri abitati+ Costi per realizzare e gestireinfrastrutture di urbanizzazione primariaMantenimento di atteggiamento "fatalista" e "nichilista"(le cose vanno così, non possiamo farci niente) - Iniziative legislative (es. Legge "Gilmozzi") MA - Consapevolezza diffusa sul fatto che il territorio"libero" dà opportunità in termini di vivibilità- Consapevolezza del nesso tra "crescita" continua --> effetti negativi- Nuovo riconoscimento del valore dell'architettura minore e per ciò che un tempo è stato simbolo di un "passato povero"- Avvertenza di una soglia critica ormai vicina,per la scarsità di suolo rimasto ("effetto-soglia" danon superare) - Sensibilità dell'opinione pubblica per i temi paesaggistico-ambientali - Ruolo dei progettisti che operano con compentenza e conoscenza dei luoghi(vs. logica dell'archistar)- Attenzione al "valore economico" dell'altaqualità del paesaggio (es. per il turismo)- Esempio dell'Alto Adige(legge tutela degli insiemi e commissionedi consulenza paesaggistica)- Attività di Step ? ? Esiti delle tendenze in atto ? Oppure ci sono... Altre spinte al cambiamento auspicabili (e consentite) - Sensibilizzazione generica e confusa- Diversa "insensibilità"- Demagogia e paesaggismo di manierache accetta deroghe e "furbizie"= Sensibilità cresciuta tra pochi addettima non tra la gran parte dei cittadininé tra le élite influenti sulledecisioni collettivamente vincolanti Educazione e formazione? Ci sono davvero... Siamo ancora agli inizi di un cammino lungoImpegnarsi nella formazione non solo nei centri principali ma con iniziative diffuse sul territorio (nelle scuole, ma non solo); Impegnarsi nel coordinamento tra attori diversiche operano in campo educativo e formativo(scuole, musei, associazioni, enti di ricerca );Dedicarsi anche alla formazione outdoor, allenando con lattraversamento dei paesaggialla percezione delle cose, delle trasformazioni ecc; Studiare modi per incentivare le iniziative dei giovani, dando obiettivi precisi rispetto alla valorizzazionedi alcuni aspetti specifici del paesaggio locale;Studiare modi per coniugare le iniziative formative con la creazioni di offerte turistiche innovative(proposte di godimento non consumistico del paesaggio);Mostre ed eventi nei centri principali (su ciò che "stona");Concorsi di idee e laboratori su temi specifici;Formazione attraverso progetti e cantieri di riqualificazione paesaggistica Sono necessarie a tutti i livelli per il "cambiamento culturale" Dove siamo? Che fare? Compensazioni economiche per riusoo permuta di superfici; Realizzare una cartografia dei possibiliinterventi di riqualificazione, riuso, recupero(con scala di priorità, per tutto ciò che danneggiail paesaggio); Riordino della normativa esistente; Realizzare modelli esemplari di intervento,esperibili e riproducibili; Curare la coerenza delle iniziative a livello provinciale; Incentivi per riqualificazione, riuso e recupero(finanziari, fiscali, bonus in termini di volume,sconti su oneri di urbanizzazione ecc.); Iniziative di riciclo urbano, con modificazione/riduzionedel traffico); Richiedere ai progettisti la conoscenza di tecnicheper riuso/recupero e moderazione del traffico; Introdurre strategie per consentire buona interazionetra tecnica e politica; Rigida perimetrazione degli ambiti urbanizzati; Inserire nei piani urbanistici bilanci domanda/offerta(con inutilizzato e utilizzabile); Manuali tipologici per commissioni edilizie(es. Giudicarie); Richiedere e incentivare gruppi di progettazionepluridisciplinari; Dotarsi di strategie e strumenti per(abituarsi, apprendere) a progettare e valutare in base a criteri non solo economici Migliorare meccanismi di confronto tra committenza, tecnici, progettisti, realizzatori Sulla quantità e qualità del costruito Su riuso riqualificazione e recupero Investimenti in formazione continua sul paesaggio:formazione TECNICA e CULTURALE per amministratori, tecnici, professionisti della progettazione, componenti di commissioni edilizie ecc. potenzialità = opportunità di buona vivibilità futura possibilità di investire in edilizia di qualità recupero/riuso delle strutture esistenti purché si abbiano criteri per deciderecosa/come va rifatto, recuperato o rimosso qualità dell'ambiente nel suo insieme caratteristiche del territorioche permettono nuovi investimentie innovazioni nelle filiere locali riconoscimento Dolomiti UNESCO diversificazione dell'offerta turistica poter vivere in posti tranquilli,non troppo vicini né distanti dalla città purché si elaborino i conflitti sulla "qualità" "nel suo insieme" è dubbio: tante criticità "nuovi" investimenti o investimenti di "nuovo tipo"?Ricerche/iniziative per l'innovazione purché non ci sia opportunità "sbilanciata"sul turismo e non ci si limiti ad "aspettare" benefici purché si trovino modi per integrareofferta naturale e culturale (anche per destagionalizzazione turismo) Opportunità che diventa Criticità:espansione del costruito fuori dai centri urbani paesaggio agricolo e agricolturanon intensiva (fondovalle/media mont.) + pascolo (media/alta mont.) Paesaggio trentino futuro Paesaggio trentino futuro criticità confronto traspinte al cambiamento e resistenze
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